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Gay & Bisex

Veglione di Capodanno (4)


di crigio
11.11.2013    |    7.364    |    2 8.4
"“Guardate come gli piace! Che puttanella!”, commenta Enzo alle mie spalle..."
Dopo essermi dato una ripulita, torno in camera per raccogliere le mie cose. Vedendomi andar via, “papi”, Mario e Giuseppe insistono perché rimanga a colazione.
“Dai, su! Sarai affamato dopo una nottata così!”, mi dice il mio amico.
“Ok, d’accordo…”, rispondo un po’ titubante.
Scendiamo in cucina, mettiamo del latte a scaldare e prepariamo il caffè. Apparecchiamo la tavola e ci accomodiamo tutti e quattro.
“Ah! Io non mi sono ancora presentato!”, esclama d’improvviso “papi”. “Piacere, Enzo!”.
“Piacere mio, Giorgio. Ma tutti mi chiamano Giò!”, ricambio.
“Allora, Giò: ti sei divertito?”, mi chiede.
“Oh sì! E voi?”.
“Beh, devo dire che è stata una bella sorpresa rincasare e trovare i miei figli a fottere un ragazzo appetitoso come te. Hai un culo stupendo!”.
“Grazie! E tu hai un cazzo favoloso, uno dei più belli e tosti che abbia mai visto!”.
“Grazie! Quando vuoi…!”, si offre, e mi sorride complice.
“Eheh! Purtroppo io non vivo più qui!”.
“Sai, papo: ormai lavora fuori”, interviene Giuseppe. “Torna in Calabria solo per le feste comandate, e non sempre”.
“Già! E riparto tra un paio di giorni”.
“Allora dobbiamo approfittarne subito!”, aggiunge Enzo. Questa frase mi preoccupa: non ne ha avuto abbastanza? “Oh, il caffè!”, sbotta all’improvviso e si alza per togliere la moka dal fuoco. Finiamo la colazione ed io faccio per alzarmi e andare via. Appena mi levo in piedi mi accorgo che le gambe non mi reggono e mi sento stanchissimo. Giuseppe mi tiene per un braccio: lo guardo, ma le palpebre mi si chiudono ed il suo volto dopo poco svanisce e diventa tutto buio.

Mi risveglio non so dove e non so quando. Cerco di muovermi ma non ci riesco. Sono in piedi e sento un contatto con qualcosa sulla parte anteriore del mio corpo. I miei polsi e le mie caviglie sono legate a quella cosa e, strizzando un po’ gli occhi, riesco a vedere che si tratta di una gigantesca ruota. Intorno a me c’è una luce soffusa, ma non riesco a girare abbastanza la testa per capire dove mi trovo.
Sono completamente nudo. Una voce maschile alle mie spalle dice: “Ah, finalmente ti sei svegliato! Eppure non ho messo tanto sonnifero nel caffè…!”. Mi sembra familiare: ma sì! E’ la voce di Enzo!
Si avvicina e mi accarezza la schiena col dorso della mano, scendendo giù fino alle chiappe.
“MMMMMMM!!! Come sono belle tonde! Sai: anche agli altri piacciono molto!”, mi sussurra.
Gli altri? Gli altri chi??? “Che succede?”, chiedo spaventato.
“Ehi, tranquillo! Non ti faremo del male, ma solo tanto bene. Sia a te che a noi…! AHAHAHAHAHAH!!!”. Quella risata, unita al tocco della sua mano, mi fa accapponare la pelle. Mi sento strizzare una natica e un dito si allunga per raggiungere e titillare il buchino.
“MMMMM! Una gran bella fichetta!”, aggiunge Enzo. Poi sento un ronzio che dura pochi secondi. Il suo dito viene sostituito da qualcosa di più freddo: sembra un dildo e lo sta puntando alla mia rosellina. Spinge e mi penetra. Il ronzio riparte, ma stavolta è soffocato perché è dentro il mio sfintere. Si tratta di un vibratore a forma di plug. Enzo me lo inserisce fino in fondo e poi si allontana dietro di me.
“Bene, ragazzi! Adesso godiamoci lo spettacolo!”, dice rivolgendosi a quei fantomatici “altri”. Il mio culo inizia ad essere stimolato dal quel cazzo posticcio: la frequenza è piuttosto bassa, per cui mi fa un effetto solo rilassante. D’una tratto la vibrazione aumenta ed il mio corpo si contrae.
“Ecco, così va meglio!”, dice Enzo, mentre io mugolo per le sensazioni piacevoli che l’affare mi trasmette. Tutte le mie membra sono percorse da un fremito e il cazzo e i capezzoli si induriscono. Le mie aureole inturgidite strusciano contro i raggi della gigantesca ruota e accentuano il mio godimento.
“Guardate come gli piace! Che puttanella!”, commenta Enzo alle mie spalle. La frequenza del vibratore aumenta ancora ed emetto un urlo lamentoso. Le gambe cominciano a cedermi e rimango quasi appeso per le corde che mi stringono i polsi. Le mie cosce si aprono lentamente ed il mio bacino si contorce. La stimolazione anale cresce ancora: il dildo trema fortissimo e con lui tutto il mio corpo.
“AH! AAAAAHHHHHH! AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! GOOOOOODOOOOOOO!!!”, urlo. Uno spasmo mi fa spingere il culo in fuori e subito dopo un altro mi fa contrarre lo sfintere, che adesso avvolge il vibratore in una morsa talmente stretta che il fremito che mi provoca si trasforma in un terremoto. La testa mi cade all’indietro, la lingua mi penzola fuori dalla bocca e un rivolo di bava mi cola dalle labbra.
Sento dei respiri pesanti diffondersi nella stanza. “Ecco, ragazzi! Questo è un orgasmo anale!”, dice Enzo.
“Che meraviglia!”, fa uno.
“Che vacca!”, aggiunge un altro.
“Da non credere!”, sbotta un terzo. E poi parlano tutti insieme e non riesco a capire, alla fin fine, quanti siano.
D’improvviso, il plug smette di vibrare. Dopo pochi secondi, però, emette una pulsazione secca che mi allarga lo sfintere. Vengo sbalzato contro la ruota e poi scivolo lentamente verso il basso. Un'altra pulsazione e di nuovo vengo scosso dentro. E ancora un’altra e un’altra a seguire, con una frequenza sempre maggiore. Sembra quasi che qualcuno mi stia scopando.
“Non è fantastico questo dildo?”, mi chiede Enzo e la sua voce adesso è più vicina. “Pensa che si può comandare a distanza e può emettere diverse frequenze e diversi tipi di pulsazioni!”. Mi viene davanti e mi strizza un capezzolo, provocandomi uno scossone pari a quelli che mi scatena il vibratore. “Direi che è cotto a puntino! Ragazzi, ora potete servivi!”, aggiunge rivolto ai presenti. Il plug si sgonfia e qualcuno me lo estrae. Un tipo di mezza età mi compare di fronte e, chinandosi sul mio petto, comincia a mordicchiarmi una tettina. Dietro sento la pressione di un pacco bello grosso, un suono di cerniera che si apre ed infine un cazzo duro insinuarsi nel mio solco. Il tipo si fa una spagnola con i miei glutei, poi il suo affare diventa umido (forse ci ha sputato sopra) e il suo glande punta al mio buco. Mentre ingoio il suo palo, l’uomo ansima.
“Ma sei tutta bagnata!”, si stupisce. Mi infila una mano tra le cosce e mi titilla la rosellina come se stimolasse un clitoride. “Sbrodoli come una cagna in calore!”, aggiunge.
Il tipo davanti a me, intanto, sale sui raggi della ruota e mi affoga con la sua verga. Mentre mi fotte la gola, commenta: “Una porca! Una vera porca! OH! OH! OOOOHHHH!!!”.
“Dai, non essere egoista!”, fa una voce più dietro e l’uomo alle mie spalle cede il posto a un altro. Questo secondo cazzo è meno lungo del primo, ma grosso come il plug di poco fa quando si gonfiava. La penetrazione mi fa godere e il tipo se ne accorge.
“Ah! Ti piace, eh! Che troia! Toh! Toh! Toh!”, e comincia a fottermi violentemente, spingendomi contro il ventre dell’uomo davanti a me, la cui mazza mi finisce in fondo alla gola provocandomi dei conati.
“Ragazzi: portatemelo qua!”, ordina Enzo da qualche parte nella camera. Il sangue riprende a scorrermi lungo i polsi e le caviglie: qualcuno me li ha slegati. La mia bocca e il mio culo si svuotano. Il tipo che mi scopava mi trascina verso il letto, dove Enzo è sdraiato col cazzo bello dritto. Nel rivedere quello stupendo esemplare di membro la mia eccitazione aumenta. Mi lecco le labbra e ho l’acquolina in bocca.
“Lascialo!”, ordina di nuovo Enzo, e mi precipito sul letto ad inghiottirgli la verga. Subito un corpo si spalma sulla mia schiena e il mio sfintere si riempie di un tubo di carne pulsante. Spompo e masturbo il cazzo del “papi”, mentre l’energumeno alle mie spalle mi sbatte pesantemente. Quando l’ho bello rintostato, spingo via lo stallone e mi impalo sulla mazza di Enzo, dandogli le spalle. Lui mi afferra le cosce da sotto e me le solleva; io mi appoggio sulle mani e lui comincia a scoparmi assestandomi colpi secchi dal basso verso l’alto. Lo stallone di prima esce dall’ombra e rivela un corpo atletico, nonostante l’età. Sale in ginocchio sul letto, si inserisce tra le gambe mie e di Enzo e, puntando al mio buco, fa scorrere il suo palo sopra quello di “papi”.
“Ecco due bei cazzoni duri tutti per te!”, mi fa Enzo. “Li vuoi, vero?”.
“Sì… mmmmmmmmmmm…sì… mmmmmmm… ooooooohhhhh…!”, gemo. Il tipo che ho sopra si china e mi limona, perquisendomi ogni angolo della bocca con la lingua, poi mi mordicchia i capezzoli e mi fotte e rantola come un animale. Dietro di lui vedo un altro già pronto a sostituirlo, e infatti, dopo pochi secondi, l’uomo che ho sopra esce da me e quello prende il suo posto. Entra lentamente e più cazzo mi dà, più la mia schiena si inarca. Quando arriva in fondo la mia testa cade all’indietro e il mio petto si protende in fuori, offrendosi alla bocca dello stallone che mi sovrasta e che subito si precipita a lapparmi le aureole. Ancora qualche colpo e il tipo si scambia di nuovo con l’uomo di prima, che, dopo avermi scopato un po’, si tira fuori, mi spinge la gambe verso il basso, mi monta sopra e si impala sul mio cazzo, cominciando a rimbalzare come un forsennato.
“Dai, puttana! Lavorami il culo, dai!”, mi incita, mentre si strizza i capezzoli e gode sonoramente. D’improvviso si tira su e torna ad insinuarsi tra le mie cosce per scoparmi insieme ad Enzo. Qualcuno alla mia sinistra mi strattona per i capelli e mi affoga col suo affare, costringendomi a spompinarlo. Un quarto uomo alla mia destra si piega sul mio petto e, mentre mi titilla un capezzolo, mi stringe l’altro tra pollice e indice.
Il porcone che mi sta sopra cede ancora il posto ad un altro, forse quello di prima, perché il suo cazzo mi penetra lentamente proprio come ha fatto poco fa.
Quindi sono in cinque?! Mah! Chissà! Sta di fatto che sono stimolato in tutti i buchi e la cosa non può che aprire le porte ad un altro orgasmo anale. La dilatazione del buco del culo, la ciucciata dei capezzoli e la scopata in bocca sono davvero troppo. Gemo e mi contraggo, spingendo lo sfintere in fuori. I due cazzi precipitano nelle mie viscere.
“Ragazzi, continuate così, ché la troia sta per godere di nuovo!”, dice Enzo accorgendosi della mia reazione.
“Sì sì, continuate! Fottetemi tutta! Sono la vostra troia!”, rantolo io senza più alcun ritegno.
“Ma sentitela com’è sboccata!”, fa il tipo che mi scopa da sopra. “Si merita una bella punizione!”, e comincia ad assestarmi dei colpi ancora più profondi e forti.
“OOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHH… glugh… OOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHH… OOOOOOOOOOOOOOHHHHH… glugh…!”, urlo mentre l’altro palo non smette di fottermi la bocca.
“Dai puttana, che mi svuoto i coglioni! Oh, oh, oh! Sì! Sì! Sììììììììììììì!!!”, geme lo stallone, e mi spara tutta la sua sborra negli intestini, tremando ad ogni fiotto. “Oh, che sborrata!”, aggiunge mentre si sfila da me e cede il posto al tipo atletico, che affonda la mazza nella panna del suo amico. Intanto, il cazzo che ho in bocca si gonfia e uno schizzo di nettare mi allaga le fauci. Stringendomi il naso, l’uomo mi ordina: “Bevi tutto, dai!”, e l’aroma acre del suo sperma mi ubriaca. Ingoio e ingoio e il mio corpo si infiamma. Una convulsione mi costringe ad aprire la bocca e la sborra cola fuori.
Dall’altro lato anche il tipo che mi torturava i capezzoli è pronto a venire, e allora mi afferra la testa, me la gira e mi spara il suo seme in gola. Questo è più dolce e il contrasto di sapori mi manda in visibilio. Uno spasmo mi fa balzare verso l’alto e vibrare dappertutto. Sgrano gli occhi fissando l’uomo che ho sopra e che, incurante di quello che mi sta succedendo, continua a stantuffarmi a più non posso.
“Arrivo anch’io! Sì sì, ecco che arrivoooooooo!!!”, geme, mentre sento un calore diffondersi nel mio sfintere. La sborra cola lungo il solco delle mie chiappe e sull’asta di Enzo che, avvicinandosi al mio orecchio, mi sussurra: “Adesso è il mio turno”. Mi spinge di fianco e mi viene sopra. Si carica le mie gambe sulle spalle e, con un colpo preciso, mi penetra a fondo, prima lentamente e poi con una sferzata finale. Una scossa mi sale lungo la schiena e il mio collo si piega all’indietro, quasi spezzandosi. Enzo estrae il cazzo piano lasciando dentro solo il glande, e poi mi riprecipita in fondo pesantemente. La sborra che gli altri mi hanno scaricato negli intestini schizza fuori per ogni dove. Un’altra scossa percorre tutto il mio corpo e “papi” inizia a stuprarmi con tutto il suo peso.
“Toh, brutta cagna sbragata! Sei una bagascia da strada! Una vacca al pascolo! Ti sei saziata bene con gli altri tori, eh? No, certo che no! Tu non sei mai sazia! Ma adesso ci penso io! E stavolta non mi freghi!”. Mi insulta e mi fotte. I suoi colpi mi fanno sussultare e balzare fino al suo petto. Mi avvinghio a lui e gli pianto le unghie nella schiena. L’ampolla del piacere si rompe e un terremoto improvviso sconvolge le mie membra. Lo sfintere si spalanca. Enzo estrae il cazzo e mi infila il plug, facendolo vibrare alla massima frequenza. Si posiziona al lato della mia bocca e mi affoga col suo palo di carne. Mi sbatte il ventre contro il naso finché non comincia a svuotarsi i coglioni. Numerosi fiotti di sborra mi dissetano ed io ingoio tutto. Il mio orgasmo anale non si esaurisce mai a causa delle pulsazioni nello sfintere. Mi contorco, mi rigiro e salto sul letto in preda a convulsioni violentissime, mentre Enzo se la ride soddisfatto di avermi scatenato un godimento inaudito, forse il più violento che abbia mai provato.
“Ba… sta… Ba… sta… Ba… sta…!”, urlo tra i singulti. “Ti… ra… lo… fuo… ri…!”, lo prego. Mi tiro su in ginocchio e abbraccio forte “papi”. L’orgasmo mi costringe a spingere in fuori col culo e il plug schizza via, facendo sì che, lentamente, i miei spasmi si plachino. Enzo mi accarezza, mi bacia e mi massaggia tutto il corpo complimentandosi per la mia prestazione. Qualcuno accende la luce e appaiono altri quattro uomini cinquantenni ma molto prestanti, esausti e sorridenti, che lentamente abbandonano la camera e si dirigono verso il bagno.
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